“Alla luce dell’incontro che la maggioranza regionale ha tenuto a Rieti per presentare il Piano Casa, credo sia necessario fare alcune sottolineature. Dall’esame della proposta di legge che sta tenendo banco nell’apposita commissione è difficile non osservare come quanto in discussione sia profondamente differente dalla proposta iniziale della giunta. Analizzando infatti gli emendamenti presentati, che stanno di fatto cambiando il corpo del testo (con quelli dell’assessore Ciocchetti in primis), credo che il giudizio complessivo si avvicini di molto all’inaccettabile. Le criticità della proposta sono molte e su tutte c’è quella che ruota intorno ai cambi di destinazione d’uso delle aree che sono interessate dal piano: se dovesse passare quanto in esame si presenterebbe una situazione devastante per tutti i territori della regione e Rieti tra questi, con ex fabbricati agricoli e industriali che potrebbero diventare residenziali con una semplice Dia. A differenza poi di quanto sostenuto dalla maggioranza – prosegue Perilli – il Piano Casa regionale supera la programmazione locale e questo si traduce nel tentativo di ripristinare un singolare e pericoloso ritorno alla centralità dell’ente regionale rispetto alle autonomie locali. In poche parole – conclude Perilli – si rischia di vedere nei territori insediamenti intensivi che serviranno unicamente a creare, e questo in particolare nelle grandi città, nuove periferie scollegate da opere primarie, come strade e fogne, e secondarie, come scuole e parchi pubblici, che continuano ad essere l’unica esigenza reale dei territori. Come gruppo consiliare presente in commissione confermo il valore comune di fare opposizione dura e, se necessario, ostruzionismo affinchè questo Piano Casa venga discusso in maniera costruttiva e seguendo criteri generali che siano magari legati a bisogni reali dei cittadini come quello dell’edilizia pubblica. Ancora una volta assistiamo comunque ad una proposta di legge pensata quasi esclusivamente per Roma e questo dovrebbe essere elemento di riflessione”
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riporto anche qui quello che ho scritto in proposito su facebook:
RispondiEliminail nostro territorio è già abbastanza frammentato... se divenisse possibile cambiare destinazione d'uso degli edifici da agricola ad altro, significherebbe:
a) scavalcare i prg
b) sbriciolare il tessuto del nostro (e di altri) comuni
c) aumentare i costi di gestioni e realizzazione di tutte le reti di urbanizzazione primaria, che anziché concentrarsi in alcuni luoghi tenderanno ad abbracciare un territorio vastissimo