In merito alla nomina del nuovo direttore generale della Asl di Rieti interviene il consigliere regionale Mario Perilli: “Questa è la dimostrazione di come il direttore sia stato selezionato con criteri romanocentrici. Con il quadro sulla sanità che si sta delineando in questa prima fase della legislatura Polverini, abbiamo praticamente fatto un passo indietro in quanto Gianani, nonostante il curriculum e le capacità che non sto discutendo, non ha alcun rapporto con la realtà territoriale. Possibile che tra 15 candidati reatini idonei (per stessa ammissione della Giunta che li ha inseriti tra i possibili) si doveva proprio prendere un candidato di fuori? La nomina – prosegue - conferma la linea di penalizzazione dei territori adottata dalla Polverini con le macroaree e questa ne è la prova. Oltre il danno la beffa”.
In merito poi alla replica di ieri del consigliere Lidia Nobili, lo stesso Perilli sottolinea e suggerisce alla collega come “in Consiglio è bene esserci non in modo acritico e fideistico, ma per ascoltare e valutare con obiettività prendendo atto di quello che succede”. Nello specifico Perilli si riferisce a quanto da lui detto e dimostrato e così in primo piano torna il Dea di secondo livello. Per non essere frainteso il consigliere riporta le esatte parole del presidente Polverini che, come emerge dal dattiloscritto della seduta, ha dichiarato: “Stiamo cercando una soluzione, per garantire il Dea di secondo livello a Rieti, perché i numeri che esprime da soli non ci danno la possibilità di operare nell’immediato e stiamo cercando il modo per dare queste risposte”. Considerando di facile interpretazione tali parole, Perilli conclude dicendo “che quanto detto dal presidente è la conferma che su Rieti si parla di ipotesi e possibilità che, vedendo quanto fatto rispetto alle promesse della campagna elettorale, potrebbero lasciare molti dubbi per il futuro. Nobili e Polverini chiariscano quale sarebbe questo modo per dare le risposte attese”.
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